La 11 edizione della sagra delle "Sagne alla Molenara" si svolgerà a Cittaducale venerdì 18 agosto 2017. La manifestazione avrà luogo in Corso Mazzini lungo il quale verrà imbandita una lunga tavolata dove sarà servito questo celebre piatto vanto della tradizione gastronomica Civitese.
Le "Sagne alla Molenara", tipicità del borgo angioino, sono composte da ingredienti poveri come farina e acqua, tirate a mano da esperte massaie Civitesi con una lavorazione particolare e laboriosa. Condite con un sugo di pomodoro, aglio, olio, maggiorana, timo selvatico e peperoncino sono servite "Cotte e Mangiate".
I mulini di una volta, stando a quelli ancora esistenti, erano ubicati in piccoli caseggiati dove comunque non mancavano caminetto a legna e fornello. Il molinaro, impegnato per gran parte della giornata, doveva anche provvedere alla sua alimentazione che per forza di cose doveva essere frugale, di facile preparazione e, soprattutto, da non richiedere grandi spazi di manovra. E' qui che si sostanzia l'idea di preparare le sagne senza matterello, senza spianatora e senza coltello, prendendo un pugno di farina così come esce dalla mola, impastandola con l'acqua, ne fa una piccola palla e mentre bolle l'acqua nel caldaio, "tira" l'impasto con il pollice, l'indice ed il medio, ne fa una sagna di 20/30 centimetri che lascia scendere nell'acqua bollente; poi ne fa un'altra e così via fino all'ultima sagna. La prima sagna aspetta l'ultima per cuocere insieme. Dopo un paio di minuti il pasto frugale è pronto. Il molinaro scola le sagne e le condisce.Le sagne sono fatte in ogni angolo d'Italia ammassando acqua e farina per farne una palla morbida ed elastica che con il matterello viene stesa nella spianatora fino a diventare una sfoglia sottile che poi viene tagliata in diverse misure e formati, dai tagliolini alle fettuccine ai maltagliati o fregnacce e così via. Una storia a parte hanno le sagne alla molinara che non hanno bisogno di spianatora, matterello e coltello e che si chiamano alla molinara perché hanno preso il nome di colui che macina il grano per farne farina, il mugnaio o molinaro, cioè colui che manovra la mola. La mola è una grossa pietra rotonda con perno centrale che ruotando per mezzo della forza dell'acqua su una superficie anch'essa di pietra, stritola il grano rendendolo farina.Nel Medioevo la media Valle del Velino, da Antrodoco a Cittaducale, essendo molto ricca di sorgenti sgorganti dalle pendici del Terminillo, dal Nuria, da Ponzano, da Colle Radicara era anche ricca di mulini ad acqua per la macina del grano. Ancora oggi ne esistono testimonianze a Micciani, Caporio, Radicara ed in altri siti, come descritti da una ricerca effettuata dall'Istituto Comprensivo Galilei di Cittaducale.